skizomante

Thursday, March 16, 2006

TV/MARKETTE

martedì 14/mercoledì 15 marzo 2006.
Grosso Fantozzi, clown del villaggio italiota nelle sue espressioni più pateticamente microborghesi, sublime catarsi comica della mediocrità più viscida e cheap. Panzuto, biancobarbuto, aura vagamente profetica, Paolo Villaggio fa la sua marketta (con la k)più maligno e fetente che mai. Impossibile resistere alla verve dell'aneddoto su patron Piero Chiambretti, descritto come "nano d’Aosta" che si presenta, sconosciuto, nel camerino dell’attore già famoso chiedendo soldi, nei ricordi d’antan della loro reciproca conoscenza (secondo il racconto malignetto di Paolo). Gli perdoniamo la vanità pretensiosa sui numerosi riconoscimenti alla sua carriera spiattellati e pur ancora quella, ebbene sì, fantozziana aura sfigata di genio comico incompreso che è una maschera sulla maschera. Cerchiamo di immaginarlo alla presentazione della gag su “La corazzata Potëmkin” al pubblico russo con la risata liberatoria persino di questo pubblico. Prendiamo atto della mente lucidissima e spietata del gran vecchio della commedia italiana, che sotto l’aspetto bonario da babbo natale nasconde la lingua di un serpente a sonagli e certe corna assassine e retrattili che le renne...
Grande Loredana Berté, strega confezionata come una caramella, sempre al di là di ogni riga, rock e femmina nell’anima.
E ancora, la metamorfosi di Xena, dal teatro alla televisione la sua casa tra l’horror e lo splatter e il suo letto che può ospitare solo i minori di diciotto anni. E l’ospitata della povera Dolcenera, prima illusa con la vittoria annunciata e non avvenuta a Sanremo e poi risputata nel flusso mediatico da dove era emersa per la storia con baccini. E con “tanti baccini” l’ha salutata il Kiambri, definendola un Asia Argento bonsai (ih ih ih ). Ci mancava un’hunzicchia nel mondo della canzone, e così nell’usuale simulacro di simpatico sgorbietto boccuto, specie di calimero dalla voce d’una negra con il cimurro, la cantante si è prestata ai lazzi di Piero e al sollazzo del pubblico.

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