VELARDI E LE SPERANZE CREPUSCOLARI PER UNA SINISTRA PICCOLO BORGHESE
Tuttavia questa volta mi trova d'accordo su tutto, tranne che su Santoro perché sarà finita la fase Samarcanda ma probabilmente non la sua professionalità; mi sembra vittima di un gioco di potere e di acri vendette e credo che abbia pagato già abbastanza per le sue scelte politiche.
Velardi mi sembra esponente di una "sinistra" moderna, consapevole dei meccanismi della società dello spettacolo, forse troppo per chi vuole fare politica seria e non spettacolo, appunto. Ma quello che io chiedo alla sinistra italiana, quello che io pretendo come cittadino e potenziale votatore, è che non sia la copia in salsa di pomodoro di Forza Italia; che un partito non definisca la sua identità in base al concorrente, come ha fatto mamma Rai con Mediaset. Che proponga non un'alternativa tout court all'esistente, che mi sembra scontata, ma che proponga dei valori. Innanzitutto valori pacifisti, perché se non ci si aspetta questo da una Sinistra autentica è meglio che tutti i componenti fondino una Forza Italia versione rossa la cui differenza con l'omologa azzurra sarebbe unicamente nel colore. Voglio una Sinistra che rinunci al figlio bastardo del Compromesso Storico, ovvero il Grande Inciucio: Berlusconi non è il male assoluto, ma all'Italia non fa tanto bene. E una volta che D'Alemonottelli (D'Alema+Prodi+Bertinotti+Rutelli) lo sostituirà nell'esercizio del potere, voglio che dia un segnale concreto di rottura con tutto quello che c'è stato negli ultimi dieci anni. Se il prezzo da pagare per la vittoria della Sinistra è la tangente neodemocristiana del curiale Prodi (già una volta pagata come ius primi regni, ma fino a quando dovremmo pagarla ancora, fino alla fine della seconda Repubblica?), ebbene, con grande dolore la paghiamo, sperando che sia una specie d'investimento e che si trasformi in una parabola. Confidando che D'Alema si divincoli dall'abbraccio soffocante di Berlusconi, cosa che non ha saputo fare bene in una passata legislatura, e che senza dargli un moralistico calcio nel sedere, con il sorriso sulle labbra, vada per la sua strada. Ma se usciranno fuori nuove "guerre umanitarie", telecom balcaniche e leggi salvamarrani farebbe proprio bene Fausto a far cadere nuovamente il governo. Perché la Sinistra deve aspirare al governo e non al potere. E le priorità, le issue della sua agenda devono essere: 1)pacifismo nella politica internazionale (non ne siete capaci? E allora che Berlusconi resti al suo posto; non è realistico? Allora siete machiavellici affamati solo di potere e per stabilire la nuova governance che valga la legge del più forte e non la vostra improbabile tensione morale. Ma la Svizzera, per esempio, come ha fatto? Possibile che serva da riferimento solo quando si devono esportare capitali all'estero?) 2)welfare nella politica interna realizzato anche con l'aumento delle tasse su tutti quei movimenti speculativi di capitale che non producono valore aggiunto, arrichiscono solo i finanzieri e spesso impoveriscono la gente comune (caso Parmalat, tanto per direne una). Le priorità sono: sanità (ci avviamo verso il dismodello americano: chi ha l'assicurazione viene curato e chi non ha il denaro per stipularla muore) pensioni ( per l'insufficienza di quelle che saranno erogate in futuro ai più giovani il futuro non si prospetta certo roseo) e lavoro (maggiori certezze e maggiori garanzie: non si può fare part time per tutta la vita)
E per oggi finisco qui, ché mi sembra di fare un comizio. Sono stato superficiale, ma ho scritto le prime urgenze che mi venivano in mente. Certo, ci sono i problemi dell'università e della scuola in genere, gravissimi, quelli dell'immigrazione etc., i pacs, i problemi legati alla manipolazione dei soggetti ontologicamente indefiniti (feti, embrioni etc.) che non sono secondari e sono anche quelli sui quali l'Unione più rischia di sfaldarsi, ma non mi voglio dilungare: credo di aver espresso il pensiero di tutti gli italiani che si definiscono di sinistra senza estremismi. Insomma, una sinistra onesta, accetto anche la provocazione: una sinistra piccolo-borghese, ma che possa definirsi tale seriamente. Faremo di necessità virtù. La Rifondazione della Sinistra, mi sembra un' utopia quando per andare al governo abbiamo bisogno ancora della zavorra di un centro (con o senza trattino) che in realtà è un vuoto che calza perfettamente al Vaticano in questa repubblica parateocratica che è l'Italia - ma forse più per colpa dei politici, cattolici un tanto al voto, che del Vaticano stesso).